Tuesday 13 November 2012

Hollande, l'economia e le promesse elettorali tradite

Se qualcuno si aspettava che con Hollande tornassero i socialisti vecchia maniera di sicuro avrà ormai cominciato a ricredersi. Il governo socialista sta inanellando una serie di provvedimenti che poco, se non nulla, hanno di sinistra. E che tradiscono in maniera lampante le promesse effettuate in campagna elettorale.
Prima l'aderenza quasi maniaca al fiscal compact denunciato cui ci si era tanto opposti, e l'asse presto reinstaurato con la Merkel - questo blog lo aveva messo tra le ipotesi più concreta ancora prima che Hollande vincesse le elezioni.
Ora, sulla spinta del rapporto Gallois, provvedimenti economici decisamente pro-impresa, mentre in campagna elettorale si era negato decisamente ce ne fosse bisogno. Poi, una volta al governo, si è scoperto che esiste un problema di competitività dell'industria francese. Vero, se guardiamo all'andamento dell'export, anche se difficile valutarlo così acriticamente in un periodo di recessione come questo, in cui i consumi calano e con quelli il commercio estero. Ma ammettiamo pure che si possa intervenire per aiutare l'industria. Hollande ha varato quasi 20 miliardi di incentivi alle imprese che investono e assumono, diminuendo il costo del lavoro di quasi il 6%.
Peccato che per finanziare gli incentivi fiscali si alzi l'IVA (altra cosa fortemente negata in campagna elettorale), così gli aiuti alle imprese le pagano i consumatori. Ed il resto via ad altri tagli come se quelli già fatti in precedenza non fossero bastati. Insomma, pagano sempre gli stessi, sia che ci siano i socialisti che i conservatori. Per l'amor del cielo, sempre meglio dell'immobilismo italiano in cui l'incremento dell'IVA non viene nemmeno usato per rilanciare la crescita. Ma è veramente venuta l'ora di girare pagina. Rilanciare la produzione (ed i profitti) deprimendo i consumi dei cittadini non è certo un atto di coraggio.

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