Friday 9 November 2012

Economisti da bocciare

Gli economisti, a maggior ragione quelli dell'IMF, dovrebbero sapere che la matematica non è un'opinione. Se poi pensiamo che i neo-liberisti hanno cercato di convincere il mondo che l'economia non è una scienza sociale, ma una scienza esatta, beh gli errori macroscopici dovrebbero allora davvero essere inaccettabili. Soprattutto se consideriamo l'impatto di questi errori.
Quando fu imposto il pacchetto austerity per la Grecia, all'IMF calcolarono i tagli sulla base del loro impatto sulla crescita futura. Il ragionamento lo conosciamo già. Ridurre la spesa pubblica, riconquistare la fiducia nei mercati, rilanciare l'iniziativa privata. E con i tagli convenuti (meglio dire, imposti) si era detto, nel 2010, che la Grecia sarebbe stata ancora in recessione per il 2011, ma avrebbe perso solo l'1% del prodotto interno lordo. E nel 2012 sarebbe ripartita la crescita. Infatti. L'anno dopo il Fondo rivide le sue stime per il 2011 calcolando un -3%. In realtà -7%. E poi nel 2012 si sono riviste le stime per l'anno corrente, indicando una recessione vicina al 5%. Probabilmente sarà di nuovo -7%.
Il problema principale è che è stato calcolato male il moltiplicatore, ovvero gli effetti che tagli (o, al contrario, spese aggiuntive) hanno sull'economia. Il moltiplicatore è un'indispensabile strumento di analisi economica introdotto da Keynes che spiega quali siano gli effetti finali delle politiche macroeconomiche del governo.

Nella sua versione più semplificata, il moltiplicatore può essere rappresentato in questa maniera:
1/(1-c)
In cui c è la propensione marginale al consumo.
Dunque il valore di questo moltiplicatore dipende dalla propensione marginale al consumo, ovvero quanto viene consumato del reddito e come questo si ripercuote sull'economia. In pratica, un'aumento di spesa pubblica avrà un maggiore impatto sulla domanda aggregata se i destinatari di questa nuova liquidità ne consumeranno una parte consistente (più alto è c, più alto il valore del moltiplicatore), che quindi aumenterà i consumi, mettendo in circolazione nuova liquidità nell'economia tutta, stimolando a ripetizione altri consumi (o investimenti) ogni volta che il denaro passerà di mano. Ovviamente il contrario avverrà in caso di tagli o maggiori tasse (austerity).

Il Fondo Monetario in Grecia e altrove ha calcolato che il valore del moltiplicatore si attestasse tra 0.5 e 1.2. In realtà il suo valore è compreso tra 0.9 e 1.7, quindi gli effetti dei tagli sono notevolmente magnificati. Ed ecco che l'impatto recessivo dell'austerity diventa completamente fuori controllo. Perché si sono fatti questi errori? Ovviamente non è mai facile avere misure esatte, anche se in realtà esistevano già diversi studi che indicavano che il moltiplicatore fosse compreso tra 1 e 1.5. Nel clima politico pro-austerity si è preferito credere a stime diverse o quantomeno non si è voluto procedere con un po' di cautela. Per il Fondo, un mero errore di calcolo. Per i cittadini greci, e non solo, disoccupazione e povertà. Forse è giunta l'ora di cambiare?

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