Tuesday 22 May 2012

Ma abbiamo veramente bisogno dell'austerity?

In questi mesi ho spiegato diverse volte come l'austerity sia controproducente in quanto induce la recessione ed aggrava di conseguenza lo stato delle finanze pubbliche. C'è anche un altro aspetto che va però approfondito, ovvero la supposta necessità di questa austerity per rassicuare i mercati e ridurre lo spread. Questo è quanto hanno spiegato per 3 anni la UE, la Germania e pure, negli ultimi 6 mesi, il governo Monti. 
Il ragionamento è semplice. I conti pubblici in disordine spaventano i mercati che vendono titoli del debito, aumentando i tassi di interesse. I dati macroeconomici fondamentali sono, in questo caso, il deficit (altissimo in Spagna, molto basso in Italia) e lo stock di debito (alto in Italia ed in Grecia, ma più contenuto altrove). Mettendo mano a questi conti, si potrà rassicurare il mercato, ammettendo per pura ipotesi di scuola che l'austerity davvero possa migliorare deficit e e debito e non, invece, peggiorarli. 
Il problema in questo ragionamento si trova in ciò che ho già accennato ieri. Non esiste nessuna relazione tra tassi di interesse e debito. O meglio, esiste, pur fioca, ma di segno contrario a quello che ci hanno spiegato.


sovereign debt interest rates
fonte: http://www.businessinsider.com/japan-is-never-going-to-default-2012-5
























 Come si vede a debito più alto in realtà tende a corrispondere un tasso di interesse più basso (con la Grecia come unica vera eccezione, statisticamente irrilevante). Nel caso degli Stati Uniti (sotto), poi, i dati sono eclatanti. Ad un aumento del debito corrisponde una decisa riduzione dei tassi di interesse.


image
fonte: http://www.businessinsider.com/japan-is-never-going-to-default-2012
 
Dunque il problema non è il debito e non è neppure il deficit. O quantomeno, al di fuori dell'area euro, deficit e debito non sono problemi urgenti da richiedere una dose massiccia di austerity per ridare fiducia ai mercati. Ma se è così, allora perchè non fissare i problemi legati alla governance dell'euro-zona invece di concentrarsi su variabili che, in condizioni normali, non sarebbero preoccupanti?








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